Home
 
   
 

News Fanclub

“Differenti”: l’editoriale di fine stagione del Fan Club Marta Bassino

La trasferta alle finali di Mèribel di ieri è stata il nostro primo “abbraccio” con Marta dopo tanto, troppo tempo. Purtroppo è anche l’ultimo dell’anno, sperando che il prossimo non abbia nemmeno più le transenne di mezzo. Per intanto, grazie di cuore a chi ha voluto esserci.

La gioia per l’esaltante chiusura di stagione donataci da Marta ci è propizia per affidarvi questa nostra riflessione.

Cosa ci lascia questa stagione? Come tracciare un profilo di questi mesi? Due domande scontate che richiedono risposte non altrettanto scontate.

Va sicuramente detto che saremmo intellettualmente disonesti se affermassimo che il 2021/22 abbia corrisposto a quel che immaginavamo ai primi di ottobre scorso.

Tutto da buttare quindi? Assolutamente no, e vediamo il perché, almeno per quello che ci riguarda (spoiler: non faremo disamine tecniche, dovranno esserci, ci saranno, ma non riguardano solo Marta e spettano a chi lo fa di mestiere e ha determinate responsabilità).

Lasciando da parte la retorica piuttosto trita sull’imparare dagli errori, che certamente è vera, ma è già stata ampiamente trattata da persone con migliore eloquio del nostro, questa stagione ci lascia anzitutto una diversa consapevolezza su una parolina magica che ci aiuta a delineare la personalità di Marta, e quindi anche il nostro essere suoi tifosi: “diversità”.

Diversi non vuol dire migliori o peggiori di altri, né tantomeno presuppone pretese di superiorità, ma vuole semplicemente dire che c’è qualcosa che ci divide da tanta parte della varia umanità che ruota attorno al Circo Bianco.

Per cui, chi siamo noi? Siamo quelli che cercano sempre di fare meno rumore possibile, quelli che se una gara va male si incazzano, ci stanno male come tutti, ma sempre con contegno e senza offrire pubbliche sceneggiate compassionevoli o invettive ad effetto. Non è cosa nostra. Come non è cosa nostra il trascinare i problemi oltre l’avvenimento: si tira una riga e si passa alla sfida successiva.

Eppure là fuori sembrano essere davvero in tanti (oppure son solo molto chiassosi?) quasi a pretendere quel campionario che include le urla, le invettive contro nessuno in particolare, i denti digrignati, le smorfie, i bastoncini spezzati, gli sci presi a martellate… tutto rigorosamente in favore di telecamera. E se non lo fai, dicono loro, è perché ti manca la mentalità.

Quanto ciò sia infondato sono i numeri a dirlo, ma più in generale occorre ricordare sempre che quando si parla degli atleti, si parla innanzitutto di persone, non fatte con lo stampino e soggette agli stessi scazzi e problemi esistenziali di noi cittadini qualunque, ai quali si reagisce in tanti modi diversi.

In un mondo che sembra quasi pretendere il trash talking, le interviste “ruspanti” o le smorfie alla Manfred Pranger (nulla di personale, eh) e dove, seppure si anneghi nelle parole, troppi si sentono in dovere di discettare di qualcosa o qualcuno meno che il diretto interessato, noi siamo quelli che tacciono.

Pertanto, con il dovuto rispetto per i diversi “sentimenti”, dobbiamo dire agli alfieri del “teatrale”, del “caciarone”, del “rumore di fondo”, che non avrete mai Marta come la volete voi, e non spingerete mai noi a essere come voi. Noi siamo noi, e continuiamo a guardare all’agonismo e alla vita con contegno e con un inossidabile sorriso sulle labbra.

RIMANIAMO DIFFERENTI, RIMANIAMO NOI STESSI, COSÌ COME TE.

(P.S. non perdiamoci di vista, tra breve ci si trova per un momento di festa…)